TEATRO DELLE ARIETTE
È FINITO IL TEMPO DELLE LACRIME (gran soirée pediluviana)




di
Paola Berselli, Stefano Pasquini
con Paola Berselli, Maurizio Ferraresi, Gregorio Fiorentini, Stefano Pasquini, Valentina Perrone, Claudio Ponzana, Giancarlo Sissa e gli animali vivi e meno vivi delle Ariette
regia Stefano Pasquini

TEATRO DELLE ARIETTE 2007


È FINITO IL TEMPO DELLE LACRIME è un progetto in divenire nato dal percorso di lavoro che la nostra compagnia ha cominciato nel 2006.
È una riflessione sull'evoluzione, la trasformazione e il cambiamento, sul sentimento della fine e del principio, sul rapporto che ci lega agli altri organismi viventi (in particolare agli animali) e sulla percezione che abbiamo di tutte queste cose.
Dopo il debutto dello spettacolo "Bestie" (luglio 2006), il suo cammino, attraverso festival e teatri ha portato alla realizzazione di un evento stanziale nella nostra sede delle Ariette (maggio 2007), preludio a un esperimento nomade che ha debuttato al festival Volterrateatro (luglio 2007) e che è approdato a Mantova, in riva al lago superiore (settembre 2007); successivamente è stato allestito in una versione in lingua francese, dentro ad uno chapiteau, presso Le Channel - Scène Nationale di Calais (marzo 2008), ed ha avuto altri allestimenti successivi nel corso della tournée 2008.
Il progetto ha preso la forma di un accampamento dove convivono uomini e animali, gioco, ballo, riflessione, poesia, teatro, cibo e musica.
Nell'accampamento sono presenti:
4 piccole installazioni:
la coda del gallo bar aperitivi con Greg
da mangiare? ristorante en plein air di Paola, Stefano e Maurizio
soft land music dj Ponz
confessati con il Poeta
Lo zoo sentimentale struttura in rete metallica e legno, per gli animali vivi (1 pony, 2 pecore, 1 cane, 8 galline, 5 oche, 1 coniglio) e meno vivi delle Ariette
L'arena spettacoli, struttura in legno di 12mt x 8mt, che accoglie il grande spettacolo "BESTIE circo filosofico da cortile"

Nell'accampamento, prima del grande spettacolo "BESTIE circo filosofico da cortile", si può gratuitamente visitare "Lo zoo sentimentale", ascoltare la musica di dj italiano, confessarsi con il poeta e acquistare i biglietti de "La ruota della fortuna", lotteria con ricchi premi in natura, gli aperitivi e le bevande de "La coda del gallo", le tigelle della tigelleria "da mangiare?"...

Note di regia
"Raccogli tutto e parti. Tieni solo quello che è assolutamente necessario. Bisogna partire leggeri perché non sai quanto durerà il viaggio e non sai dove andrai. Probabilmente la metà di quello che hai tenuto non ti servirà e dovrai liberartene. Strada facendo ti accorgerai invece che non hai quello che ti serve e che dovrai inventartelo, perché non puoi sapere quello che ti servirà nel nuovo mondo, perché il nuovo mondo sarai tu a inventarlo. Ma intanto stai in mezzo al guado, indietro non si torna e davanti è buio. In fondo non si sta male in questa terra di nessuno, ma stai attento a non affezionarti, è arrivato il momento di salire sull'Arca, sta per cominciare a piovere.
Dai una grande festa, invita tutti, e in questa festa liberati di tutto, balla, ridi, mangia, gioca. Butta le leggi, noi non abbiamo bisogno di leggi, abbiamo bisogno di sentimenti. Porta con te gli animali e le loro storie, quello che ti serve è tutto nel loro sguardo.
Porta anche la tua storia, ma solo quella, non cose, non oggetti, non ricordi. Se smetterà di piovere, un giorno, quando uscirai dall'Arca, il mondo nuovo lo dovrai inventare tutto da capo, lo dovrai immaginare, costruire e curare.
È finito il tempo delle lacrime, si è consumato il tempo dei lamenti, ai quali in fondo ti eri abituato, anzi affezionato. La sconfinata leggerezza che ti aspetta è sconosciuta, mentre conosci bene il sentimento della paura che ti inchioda a una fine infinita. Le prime gocce stanno cominciando a cadere. Oltre c'è buio. Buio fin dove arriva lo sguardo. E colombi addormentati. Chiusi nel sonno come uova. Come crisalidi. Come pietre deposte nel sogno. Nel buio del sogno. Nel buio dove le cose perdono colore e diventano vere, senza motivo. Nel buio, dove la parola è il seme di un'altra grammatica.
"