TEATRO DELLE ARIETTE
Les jours de la semaine










ideazione e direzione artistica
Paola Berselli, Stefano Pasquini
coordinamento e realizzazione Teatro delle Ariette
 


Quando ero piccolo passavo le mie giornate in cucina. Non sono andato all'asilo.
A casa c'erano mio fratello più grande, mia mamma e mia nonna. Mio babbo e mio nonno erano al lavoro, disfavano maiali per farne salumi.
Quando mio fratello più grande ha cominciato ad andare a scuola sono rimasto io il principe della casa, almeno la mattina. E la mattina si passava in cucina.
La maga della cucina era mia nonna, la maga delle erbe e dei profumi, delle verdure, delle carni, dei conigli e delle galline, spennate e passate sul fuoco di gas, sbruciacchiate prima di essere tagliate in pezzi e poi cotte, nel brodo o in padella.
Coltelli di tutte le forme, forbici, taglieri di legno, padelle, tegami, forni erano gli attrezzi della sua magia che si rinnovava di giorno in giorno, come gli ingredienti, la farina e le uova. Una liturgia quotidiana di gesti che dava ogni giorno un risultato nuovo e diverso: "gnocchi, tortelloni, tagliatelle, baccalà, calzagatti..." ma soltanto sette volte.
Ancora più che nella misura del giorno, del sole che sorge e tramonta, delle stagioni che riscaldano o raffreddano la terra, il mio tempo di bambino era scandito dalla settimana e dai suoi giorni: lunedì, martedì, mercoledì, giovedì, venerdì, sabato e domenica.
E poi da capo, il mio tempo era diviso per sette e per sette si ripeteva. Sette i giorni della settimana come sette i giorni della creazione.
Ancora oggi mi domando se i popoli lontani, che come noi vedono sorgere e tramontare il sole, i giorni li raggruppano per sette.
La settimana è la misura umana del tempo, è quello che gli animali non hanno, come i giorni di lavoro e quelli di festa.
Stefano Pasquini - Teatro delle Ariette

Piccola storia di un progetto

Giugno 2004. Facciamo il "Teatro da mangiare?" al Festival de l'Arpenteur vicino a Grenoble. Marie France Ponczner, programmatrice de La Villette di Parigi, lo vede e ci invita per novembre a Lille 2004, capitale europea della cultura. Lì ci vede Francis Peduzzi, direttore della Scène Nationale Le Channel di Calais e ci invita a portare lo spettacolo nel suo teatro per 10 giorni a novembre 2005.
Proprio mentre noi recitiamo al Channel, loro cominciano un immenso e meraviglioso progetto di ristrutturazione. Aprono il cantiere (chiamato VITA) che a dicembre 2007 riconsegnerà Le Channel, il vecchio macello, alla città di Calais con 2 sale teatrali, 1 Grande Halle per esposizioni, 1 Chapiteau da circo, 3 Padiglioni Laboratorio, Libreria, Torre Belvedere, Bar, Ristorante, Foresteria e Uffici.
Ci teniamo in contatto. Nel 2006 noi torniamo spesso a lavorare in Francia. Produciamo la "Boite Italie" con il Théâtre de Chambre e sempre con il Théâtre de Chambre partecipiamo al progetto "Mariages" a Dunkerque dove realizziamo un atelier di action culturelle con un gruppo di ragazze disagiate della periferia e presentiamo diversi nostri spettacoli ("Teatro da mangiare?", "Secondo Pasolini", "Caravane Ariette").
Peduzzi segue il nostro lavoro in Francia. Viene anche in Italia, a Porretta, a vedere "Vite", lo spettacolo che facciamo con Gianmaria Testa e a Volterra per il debutto di "Bestie".
Noi seguiamo lo sviluppo del cantiere, in aprile e in giugno. Ci sentiamo al telefono in novembre, lui dice - venite a Calais il 16 dicembre, ho una proposta - .
Noi andiamo, vediamo il cantiere che cresce a ritmo vertiginoso, vivo, bello, potente. Noi diciamo - che meraviglia quello che state facendo! - e Peduzzi risponde - questa bellezza non è solo per noi, la vogliamo condividere - .
Ci propone di programmare le attività del Channel tutto il mese di marzo 2008, carta bianca, si chiama "Libertés de sé jour". Quello che vogliamo, in tutto lo spazio che vogliamo, spettacoli nostri, action culturelle, invito di altre compagnie e realtà culturali. Noi facciamo il progetto, loro mettono i soldi, lo spazio e tutta la loro professionalità.
Così nasce "Les jours de la semaine", il progetto attraverso il quale abiteremo tutto Le Channel e anche il centro della città.
Invitiamo alcune delle compagnie che stimiamo e che collaborano con noi, italiane e straniere (Théâtre de Chambre, Cuocolo-Bosetti, Raffaello Sanzio, Erri de Luca, Gianmaria Testa), presentiamo i nostri spettacoli (Teatro da mangiare?, Teatro di terra, L'assente, L'estate.fine, Lo Zoo Sentimentale, È finito il tempo delle lacrime), realizziamo un atelier di action culturelle "Les reves de Calais" con gli abitanti della città.
Andiamo, pronti all'ascolto, per incontrare Calais e portiamo con noi il territorio umano, l'ambiente di provincia, rurale, fatto di qualità umane e professionali, nel quale viviamo e operiamo da quasi 20 anni creando un cortocircuito fecondo tra arte e vita.
Per questo, oltre alle attività più strettamente teatrali, accompagneranno la nostra residenza al Channel anche l'Associazione Contadini Biologici della Valsamoggia, i Fornai Garagnani di Bazzano e Le Sfogline di Castello di Serravalle, coinvolti in incontri culturali, laboratori, eventi festivi, spettacolari e conviviali.
Perché non si può separare il gesto teatrale da tutti quei gesti, piccoli e grandi, che quotidianamente accompagnano la nostra vita, la edificano, come mattoni, uno dopo l'altro, come pane che lievita, sfoglia tirata al mattarello, come chicchi, semi che cadono in terra e muoiono e crescono e danno frutti di nuovo che cadono ancora in un movimento infinito.