A TEATRO NELLE CASE 2006
PRIMAVERA
TEATRO DELLE ARIETTE
L'ESTATE.FINE (Pasqua laica in quattro movimenti: veglia, corteo, rito e festa popolare)

un progetto di Paola Berselli e Stefano Pasquini
con la presenza e il lavoro di Paola Berselli, Maurizio Ferraresi, Gregorio Fiorentini, Rosa Massari, Stefano Pasquini, Claudio Ponzana
regia Stefano Pasquini
TEATRO DELLE ARIETTE - 2004
in coproduzione con Santarcangelo dei Teatri
con il sostegno di Regione Emilia Romagna, Provincia di Bologna

È stato a Santarcangelo di Romagna, nella primavera - estate del 2004.
Noi (Teatro delle Ariette), in coproduzione con Santarcangelo dei Teatri, abbiamo realizzato un evento teatrale su un terreno agricolo di 6000 metri quadrati, coltivando ortaggi e mais, costruendo una scenografia vivente, immaginando una drammaturgia vegetale in grado di accogliere e condizionare la presenza umana.
Lo spettacolo che ne è uscito ora vive fuori dal campo, in altri luoghi (teatri, capannoni, parchi... ), e si reinventa di volta in volta a seconda dell'ambiente che lo accoglie, ma mantiene un legame intimo e profondo con l'esperienza che lo ha generato.
L'estate.fine non sarebbe nato senza l'esperienza dei sei mesi di coltivazione del campo-teatro, senza l'accoglienza del ritmo della terra, del suo suono, senza le scoperte che il tempo, soltanto il tempo e il cielo e il sole e la pioggia e le piante ci hanno regalato.
Al di là delle convinzioni politiche, etiche o religiose, delle condizioni sociali e dei ruoli, dei luoghi e dei tempi è successo che la vita ci ha portati di fronte alla morte, in un territorio dove non ci sono certezze, un territorio che ha la consistenza e le regole del sogno.
Lì è germogliata L'estate.fine, sulle domande di Pasolini, sul nostro stupore di fronte al mistero.
E oggi vive come Pasqua laica, rito di attraversamento e di trasformazione.
L'estate.fine supera la forma spettacolo e attinge direttamente alla struttura e alla funzione dei riti di fertilità legati alla terra e alla civiltà contadina dove la festa e il lutto, il pianto e il riso, la vita e la morte sono intimamente e indissolubilmente intrecciati.