MURI

autobiografia di una casa
 
 

di Paola Berselli
con Paola Berselli e Stefano Pasquini
regia Paola Berselli e Stefano Pasquini
organizzazione Irene Bartolini
ufficio stampa e comunicazione Raffaella Ilari
produzione Teatro delle Ariette 2021
con il contributo di Regione Emilia-Romagna, Fondazione Del Monte di Bologna e Ravenna
 

 

Ne abbiamo fatti tanti di spettacoli nella vita di prima. L’ultimo, “Trent’anni di grano”, ha debuttato a Matera per la capitale europea della cultura nell’ottobre 2019, soltanto un attimo prima che si cominciasse a parlare di pandemia.
Poi i progetti in atto a marzo 2020 sono deragliati, come la vita di tutti. Si è fatto del vuoto e in questo vuoto sono apparsi dei fantasmi che hanno cominciato piano piano a prendere spessore e consistenza di materia. La stoffa dei sogni si è fatta carne e le parole, i pensieri e i sentimenti si sono coagulati in azioni e relazioni, sono diventati teatro.
Stavamo già pensando a questo nuovo spettacolo, Paola aveva già cominciato a scriverlo. Senza volerlo ci siamo ritrovati a lavorarci in piena pandemia, un momento in cui le case sono ritornate così importanti nelle nostre vite, nel bene e nel male, come prigioni o come rifugi.
Contavamo di presentarlo a dicembre 2020, ma siamo riusciti a debuttare a casa nostra soltanto il 5 maggio 2021, perché prima gli spettacoli erano proibiti, sia al chiuso che all’aperto. L’abbiamo replicato alle Ariette, in forma itinerante attraverso tutte le stanze della nostra casa, per più di quaranta volte tra maggio e ottobre. Poi l’abbiamo portato in giro nelle case del nostro comune.
Ora lo proponiamo in una versione adatta a case private, sale e spazi teatrali che conserva tutta l’intimità e la prossimità della versione precedente.
MURI affonda le sue radici nel secolo scorso seguendo una storia che comincia negli anni cinquanta e termina esattamente alla caduta del muro di Berlino, nell'autunno del 1989.
Nello spettacolo Paola racconta le case della sua vita, attraversando quelle abitate da bambina, ragazza e giovane donna fino all’arrivo alle Ariette. Lì la storia si ferma.
Paola cerca in realtà di mettere a fuoco il percorso della sua vita, in particolare quello precedente all’arrivo in questa casa. Parlare della casa diventa parlare di sé. Parlare con la casa è come parlare con sé stessi. Parlare con gli spettatori significa rivolgersi alla comunità, invitare la comunità a entrare nel proprio spazio privato, intimo e sensibile. Il piccolo gruppo di spettatori, attraversa in realtà un’anima, si mette in relazione con lei, viene chiamato a vivere un percorso autobiografico collettivo, intimo, individuale e condivisibile al tempo stesso. Durante questo anno che abbiamo appena passato, le case si sono trasformate a volte in prigioni. Oggi, in questo percorso catartico attraverso le case abitate da Paola nel corso della vita, tutte le case ritrovano la loro dimensione reale di rifugio, di archivio della memoria, delle emozioni, dei sentimenti e degli affetti. Nel bene o nel male, in fondo, ogni casa diventa il museo della nostra esistenza.